La violenza assistita: i minori come vittime dirette o indirette nelle violenze domestiche o di genere
Nel pomeriggio di mercoledì 27 novembre, nell’Aula Consiliare del Comune di Canosa, alla presenza di numerosi cittadini, operatori sociosanitari, psicologi, avvocati e assistenti sociali, si è svolto il convegno dal titolo “La violenza Assistita: i minori come vittime dirette o indirette nelle violenze domestiche o di genere”, promosso dal settore delle Politiche Sociali del Comune di Canosa in collaborazione con il Rotaract Club. Gli interventi dei relatori sono stati preceduti dai saluti dell’Assessore al Patrimonio Luigi Santangelo, dell’Assessore alle Politiche Sociali Maria Angela Petroni e dal presidente del Rotaract Club di Canosa Luca Del Vento. A moderare l’incontro l’assistente sociale specialista Tina Ventola.
La qualità dei relatori, unita alla presenza del Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Trani Giovanni Lucio Vaira, ha consentito di affrontare interventi emozionanti ed importanti, anche sulla ricerca di soluzioni al fine di rendere sempre più efficaci le azioni di prevenzione di chi “ascolta”, “vede” e “da’ voce” al silenzio dei minori, con visioni e saperi diversi in un’ottica di collaborazione e di lavoro di rete.
Il dott. Giovanni Lucio Vaira ha proceduto ad illustrare, durante il convegno, il “Protocollo operativo adottato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, per la prevenzione della violenza assistita”.
Dinanzi alla cronaca che parla di un numero impressionante di donne uccise per mano di chi avrebbe dovuto amarle e proteggerle, il sostituto procuratore ha sottolineato l’importanza di non abbassare la guardia. Le vittime, giovani o adulte, ex fidanzate o ex mogli, di qualsiasi classe sociale e tenore economico, denunciano quando è ormai tardi e non sempre vengono aiutate in tempo.
«La violenza – ha spiegato il dott. Vaira - apre un capitolo estremamente delicato, è perpetuata indifferentemente su figli minori o sulle donne da padri o mariti che diventano carnefici senza controllo, per di più in uno spazio che dovrebbe rappresentare nell’immaginario collettivo “il focolare domestico”. Non è sempre facile intervenire immediatamente perché troppo spesso, gli episodi di violenza non vengono denunciati dalle donne che, risultano afflitte e sopraffatte da ciò che subiscono e pensano che tenere unita la famiglia, anche in tali situazioni, sia fondamentale per il benessere dei figli. Questo modo disfunzionale di essere madri pregiudica non soltanto l’incolumità della donna stessa, ma certamente si ripercuote sui minori, vittime inconsapevoli e inermi della violenza domestica. Non è facile – ha affermato Vaira - rilevare i danni di questo tipo di violenza perché ogni bambino reagisce in maniera propria, ma più intimo è l’autore, più grave sarà il trauma. Anche le mamme stressate dalla violenza stentano a riconoscerne gli effetti sui propri figli. Con la Legge 69 del 19 luglio 2019, nota come "Codice Rosso", la violenza assistita è stata riconosciuta come circostanza aggravante all'interno dei reati di maltrattamento domestico, disciplinati e sanzionati dall'articolo 572 del codice penale».
Ad intervenire è stata anche l’avvocato penalista Mariangela Malcangio che ha affrontato l’argomento dell’evoluzione giurisprudenziale in tema di violenza assistita. Fortissime emozioni hanno suscitato, invece, gli interventi della psicologa e psicoterapeuta, dott.ssa Annalia Iacoviello specializzata in psicologia giuridica nonché giudice onorario presso il Tribunale di Potenza e della dott.ssa Federica Ieva, psicologa e psicoterapeuta, con “Sotto la Superficie”. La dott.ssa Grazia Carlone, anch’essa psicologa psicoterapeuta, ha invece relazionato in merito al ruolo delle “Case Rifugio”, del supporto ed accompagnamento nel percorso di autonomia delle donne vittime di violenza.
«L’interesse mostrato verso i relatori e l’ottima riuscita di questo importante evento – afferma l’Assessore alle Politiche Sociali Maria Angela Petroni - certificano il valore umano e professionale di tutti coloro che, a vario titolo, vi hanno partecipato. Lo Stato è presente e competente nella messa a sistema della sicurezza a tutela delle persone, grazie anche alle campagne di sensibilizzazione volte alla prevenzione della discriminazione e della violenza di genere, che deve partire anche dai contesti educativi familiari e scolastici. L’incontro – conclude la Petroni - è solo l’inizio di una campagna di informazione e sensibilizzazione per la prevenzione dei fenomeni di violenza e non solo sull’infanzia e l’adolescenza».