Descrizione
Il recupero e la valorizzazione del vitigno “Terrizuolo” non afferisce solo la sfera agricola, ma anche quella culturale, in un processo che deve vedere coinvolta tutta la comunità. Non solo agricoltori, ma anche aziende del territorio, imprenditori e semplici cittadini.
E’ stato questo uno dei temi preponderanti del convegno “Terrizuolo: dal recupero del vitigno storico canosino al riconoscimento come PAT”, evento patrocinato dalla Regione Puglia e dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” che ha avuto luogo nel pomeriggio di venerdì 9 maggio, presso l’Aula Consiliare del Comune di Canosa. Ad emergere, durante la manifestazione, sono stati gli studi e le ricerche che hanno permesso di intraprendere questo percorso, inquadrando il turismo e l’attività formativa che ne consegue come centrale in quest’ottica. Non si tratta, quindi, di preservare solo ed esclusivamente il vitigno, ma anche la nostra storia, identità, spingendoci a migliorarci e a considerare il vitigno una risorsa per il futuro.
I vari interventi che si sono succeduti, hanno permesso di analizzare la tematica sotto più punti di vista. A moderare egregiamente il convegno è stata l’Assessore alla Cultura Cristina Saccinto che ha condotto i presenti in un viaggio fra passato e presente. Il dibattito è stato aperto dall’europarlamentare, On. Francesco Ventola che ha sottolineato come sia di fondamentale importanza rafforzare la politica agricola comune, facilitando l’inserimento nel mondo del lavoro soprattutto dei più giovani. A prendere la parola, in seguito, è stata anche la Vice Presidente della Commissione Cultura della Regione Puglia Tonia Spina la quale non ha mancato di evidenziare come egregio sia stato il lavoro svolto dalla consigliera comunale Antonia Sinesi nell’ottenimento del riconoscimento a PAT, Prodotto Agroalimentare Tradizionale, del vitigno.
Presente per l’occasione, inoltre, anche la Dirigente Brigida Caporale dell’IISS “Einaudi”, nel cui agro dopo un meticoloso processo di innesto delle barbatelle provenienti dall’ultima spalliera di “Terrizuolo”, è stato possibile piantare il vitigno. Il tutto si è concretizzato grazie ad un protocollo d’intesa siglato con il Comune di Canosa al fine di salvaguardare questa varietà viticola a rischio estinzione, contribuendo alla sua preservazione. Dalle parole della Dirigente, è emerso come gli studenti debbano comprendere che la scuola non sia un museo al cui interno catalogare piante, bensì uno strumento utile a focalizzare l’attenzione sull’importanza della biodiversità e del proprio futuro. Durante la manifestazione, è stato ricostruito il processo che ha portato alla salvaguardia del vitigno. A questo proposito, a prendere la parola è stato l’imprenditore Antonio Facciolongo la cui famiglia ha donato le marze dell’ultima spalliera di “Terrizuolo”.
Il recupero dell’identità del proprio territorio è stato invece al centro dei contributi offerti da Gianluigi Cardone, Amministratore Scientifico Ciheam Iam - Bari Progetto RE.GE. VI.P Regione Puglia che ha posto l’attenzione su quelli che potranno essere i risvolti di questo vitigno nel nostro territorio, da Francesco Balestrucci, docente dell’IISS “Einaudi” indirizzo agricolo-rurale e da Rachele Sardaro, docente dell’IISS “Einaudi”. In quest’occasione, sono stati inoltre ospitati dal Comune di Canosa i docenti Valentina Squadrito e Pierluca Tondo dell’Istituto Tecnico Agrario “G.B. Cerletti” di Conegliano Veneto, considerata la prima scuola di viticoltura ed enologia in Italia che hanno arricchito il confronto con gli stessi cittadini presenti in Aula. Il prof. Pierfederico La Notte, coordinatore scientifico del progetto di recupero del germoplasma viticolo pugliese, ha ribadito come il Terrizuolo, che è stato protagonista all’edizione appena conclusasi del “Vinitaly”, stia seguendo un iter di registrazione che una volta concluso, entro il 2025, porterà ad inserirlo nel registro dei vini pugliesi ed italiani.
L’iniziativa ha visto la presenza del maestro Giuseppe Di Nunno, cultore storico canosino che grazie alla sua ricerca storica è riuscito a risalire ad un testo del Cerletti e a estrapolare il nome, in italiano del “Terrizuolo”, e di Bartolo Carbone, cultore del vitigno che ha analizzato le analogie fra le colline canosine, così come descritte dal Cerletti, e quelle di Conegliano riconosciute come Patrimonio UNESCO. A concludere la manifestazione è stato, invece, prima l’intervento del consigliere comunale Vincenzo Gallo che ha inquadrato il vitigno come centrale in un’ottica di riqualificazione delle pendici della zona Castello e poi quello l’intervento della consigliera con Delega all’Agricoltura Lucia Masciulli, che ha ribadito come i veri protagonisti siano gli agricoltori, che saranno chiamati a preservare questo vitigno storico, rimarcando il grande lavoro da loro svolto quali custodi della nostra terra. L’iniziativa, in conclusione, ha rappresentato un esempio concreto di come la collaborazione tra istituzioni, scuole e privati possa contribuire in modo significativo alla conservazione della biodiversità agricola.
Lunedì 12 maggio 2025 - ore 12.41 - Sabino Del Latte | Ufficio Stampa Comune di Canosa di Puglia | 0883610212
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Ultimo aggiornamento: 13 maggio 2025, 08:55